Guida veloce (versione francese)

Sogno #1: guida veloce

Sogno: Ero a bordo di un'auto nera in stile 4×4, piuttosto grande, con le ruote grandi e attrezzata per la guida sulla neve. Sono con mia sorella maggiore, mia sorella minore e mia madre. Ci sono molte altre persone con noi, ma a me sconosciute.
L'autista guida velocemente e affronta anche le curve più veloci. Stavamo percorrendo una strada di montagna innevata e un momento dopo ero sugli sci.
La neve è bellissima, polverosa, bianca e c'erano dai 2 ai 3 metri di neve. Mia sorella maggiore è di fronte a mia madre, mia madre alla mia sinistra e mia sorella minore proprio accanto a me, alla mia destra.
Mio padre è molto a sinistra. Non ricordo se mio padre è con noi nel 4×4.
Mia madre cade e perde gli sci. Scivola nella neve e io la prendo e la riporto sugli sci. Lei se le rimette, io mi giro e lì, alla mia destra, c'è una piccola collina di neve, e sotto c'è un fiume/cascata con dei bei sassi, l'acqua che scorre, e un paio di scarpe bianche, una con il tacco, l'altra piatta.
Fine del sogno, mi sveglio.

Sogno #2: Il terapeuta criminale

Le scrivo perché di recente ho avuto diversi incubi di stupro, uno dei quali mi ha particolarmente colpito.
In questo momento della mia vita. Sto lavorando molto sul mio modello di tradimento (verso gli uomini). Un modello che esiste nella mia vita da quando ero molto giovane, ma che ha attraversato fasi di inattività fino a poco tempo fa. Dove si è risvegliato in tutta la sua forza da quando ho una relazione con un uomo di cui sono innamorata.

Il sogno: Arrivo nell'ufficio di Marc (il mio psicoterapeuta nella vita reale) per la mia seduta. L'atmosfera è pesante e strana. Nel sogno è il suo ufficio, ma nella realtà è un luogo che non conosco. Io mi siedo sul letto e lui sulla sedia. Mi dice che sta finendo la seduta con una ragazza (alla quale sto assistendo) e che dopo inizieremo il nostro incontro. Ho notato che oggi il suo aspetto è diverso. È sospettoso. Mi sento subito di nuovo una bambina, in pericolo. Sono molto a disagio, sospettoso, totalmente in allerta. E non appena si muove, io salto! Vedo che Marc si accorge della mia attenzione.

All'improvviso, la ragazza si prepara ad uscire e anche Marc si alza per accompagnarla all'uscita. Ma al primo movimento capisco che entrambi vogliono farmi del male, e che in realtà marc sta per violentarmi, mi butto per salvarmi e vedendo la paura nei miei occhi, marc cerca di prendermi sia per rassicurarmi che è tutta una manovra del mio ego/modello, ma allo stesso tempo anche per violentarmi come avevo intuito. Corro alla mia auto e mi nascondo fuori, è buio. A questo punto sono in totale angoscia perché è come se mi avesse davvero violentato! Mi sento impotente, tradito, terrorizzato, confuso e colpevole.
Mi ritrovo in un ospedale (che visivamente è più un ufficio) dove racconto la mia storia a un'infermiera. Energicamente è un'infermiera, ma visivamente è più simile a una poliziotta o a un giudice. Prende nota di ciò che le dico, senza alcuna emozione. Mi sento completamente angosciata perché una parte di me sa che Marc mi ha violentata, e un'altra parte ne dubita terribilmente.
Mi vergogno perché è come se la mia storia fosse impossibile. Il mio terapeuta, un professionista della salute e per di più a cui confidavo tutto di me, mi ha violentato!
Come può credermi? Anche io ho dei dubbi. Ho paura di sporgere denuncia perché se mi sono inventata tutto, Marc perderà tutto. E' colpa mia! Sono così angosciata che chiedo all'infermiera di darmi una medicina, cosa che fa.
In seguito mi ritrovai in un luogo sconosciuto, a una festa di famiglia, in cucina. Racconto a mia sorella la mia storia in preda al panico e le spiego che sono totalmente sconvolta da questo stupro. Le dico che sono totalmente sconvolta per lo stupro e il tradimento, ma che ho talmente paura di essermi inventata tutto e di essere pazza che mi sento disorientata. Le parlo del mio enorme senso di colpa nel caso in cui Marc non sia colpevole e lei non sembra ascoltare la mia angoscia. Mi dice che chiamerà la sua amica per un consiglio e continua a messaggiare sul suo telefono. A questo punto mi sento solo disperato. Mi accovaccio in un angolo della cucina, dietro il tavolo (come per rimanere nascosta) e dico, con un tono sopraffatto, "per favore, aiutatemi". Ho tanta paura che venga a prendermi. Non so dove andare. Non so cosa fare", ma lei non mi sente perché le mie parole sono quasi sussurrate. Mi sono svegliata con una sensazione molto spiacevole di conosciuto, di sensazioni e atmosfere già vissute.